domenica 30 settembre 2012

7 consigli per migliorare il rapporto con il cibo


1. cosa bisogna sapere: il rapporto con il cibo è rappresentativo del nostro modo di gestire alcuni problemi irrisolti, o eventi esterni capaci di sconvolgere il nostro equilibrio. C'è chi ha bisogno di riempire un vuoto e, senza accorgersene, inizia a mangiare senza controllo, o chi, al contrario, avverte un senso di chiusura allo stomaco e non riesce più a introdurre alcun alimento.Per i bambini, uno dei primi strumenti di esplorazione del mondo è la bocca. Il cibo potrebbe essere uno dei surrogati per riempire degli spazi o per prendere fisicamente uno spazio che non si è avuto nell'infanzia.
2. comprendere le ragioni che spingono ad abbuffarsi: è utile prendere l'abitudine di annotare su un diario tutto ciò che si mangia quotidianamente, i cibi che si scelgono, la quantità, a quale ora si preferisce mangiare ed il gusto, se dolce o salato. Questa tecnica permetterà di analizzare le azioni e comprenderne il significato. Infatti, provare a capire perché si è sentito il bisogno di mangiare una quantità di cibo che non era necessaria all'organismo, potrebbe aiutare a non ripetere l'episodio.
3. cercare una soluzione alternativa: dopo qualche tempo, la tecnica di annotare quando e quanto si è mangiato su un diario aiuterà a individuare con maggiore chiarezza le cause che stanno dietro al bisogno di mangiare continuamente. E' importante, però, cercare di non giudicarsi e di non essere severi con se stessi. Bisogna provare a essere più indulgenti e a comprendere le reali motivazioni. Come fare a evitare che si ripetano? Pensare a una strategia che possa aiutare a non ricorrere al cibo nei momenti di difficoltà.e lo stesso errore in futuro.
4. ascoltare le proprie emozioni: perdere il controllo è un segnale del corpo per comunicare che c'è un vuoto che non è stato colmato in se stessi. E, per dare il senso di appagamento, fa credere di avere bisogno di cibo. Bisogna chiedersi sinceramente di cosa si ha realmente bisogno e iniziare a spostare l'attenzione verso l'oggetto dei desideri. Inizialmente non sarà facile individuare le vostre reali necessità, ma è di fondamentale importanza continuare a ripetere la ricerca. 
5. scoprire che tipo di fame si ha: la prima cosa da fare è prendere coscienza del proprio appetito. Come? Provando a non mangiare per 4 ore. L'idea spaventa? Può darsi che lo sgranocchiare continuo nasconda la paura di avere un malessere. Astenendovi dal cibo, si ha la prova che non succede nulla. Se, invece, non mangiando sparisce anche la fame, forse l'appetito nasconde la paura di restare senza cibo. Infine, se si resta affamati per tutto il tempo, forse si confonde la fame psicologica con quella fisiologica. Per scoprirlo è bene tenere per 15 giorni un diario alimentare annotando tutto quello che si mangia, a che ora e in quale quantità. Se la fame assale tra i pasti (per esempio alle 11 o alle 18), bere lentamente un bicchiere d'acqua.
6.creare una routine e concentrarsi sul gusto: per sperimentare fisicamente la fame e la sazietà si deve avere un'esperienza regolare. Mangiare quindi a orari fissi., fare sempre 3 pasti al giorno, più uno-due spuntini: in questo modo si manterrà il metabolismo più vivo e la fame psicologica (quella scatenata dalle tensioni) meno pressante. Dopo 10 giorni, ci si accorgerà di avere appetito solo poco prima dei pasti. E di percepire meglio la sazietà. E' bene evitare i sapori nuovi, almeno in questa fase, perché è più facile sentirsi sazi con quelli usuali. Inoltre, bisogna fare dei bocconi piccoli e gustarli fino in fondo usando la lingua, i denti, il palato. Facendo attenzione ai primi bocconi chiedersi: sono salati, dolci o amari? Buoni o meno buoni? Questo "fermarsi sul sapore" evita di "ingrassare per illusione". Non è mai capitato di mangiare un pezzo di cioccolato mediocre pensando che fosse delizioso? L'immaginario inganna la gola, soprattutto quando si tratta di cibi-tabù che accendono il piacere della trasgressione. Se ci si concentra sull'atto del mangiare, si percepirà il reale gusto del cibo e se ne trarrà maggiore soddisfazione con minori quantità.
7. rallentare e intervallare i pasti con una pausa: al cervello servono 20 minuti per lanciare il segnale di sazietà. Quindi, chi mastica in fretta, tende a mangiare di più. Mangiare troppo in fretta elimina il senso di sazietà, dando l'illusione di avere ancora fame, e favorisce l'accumulo dei grassi in eccesso. Dunque, è meglio masticare piano e dedicare al pasto almeno mezz'ora di tempo. Ma serve essere schematici: per chi è abituato a mangiare velocemente cercare di masticare 30 volte ogni boccone (come recitano alcune vecchie regole) potrebbe essere uno stress. Quindi, è bene procedete a piccoli passi: col tempo la masticazione diverrà spontaneamente più lenta.

venerdì 21 settembre 2012

9 consigli per un giorno detox


1. cosa devi sapere: l'organismo ha bisogno di un po' di riposo, per ridurre il gonfiore accumulato con cenoni ed dolciumi. Disintossicare vuol dire eliminare le tossine, che sono state introdotte nell'organismo, con gli alimenti, e che vengono prodotte durante il processo digestivo. Dunque è consigliato un giorno di disintossicazione al mese, in cui verranno eliminati lo zucchero, la farina bianca il latte e il sale. Ne guadagnerà anche la pelle e il livello di energia.
2. durante la giornata: bere almeno due litri di acqua, tisane o thè verde, preferibilmente deteinato e senza zucchero.
3. appena svegli: prendere un cucchiaio di miele di acacia, e poi trascorsi dieci minuti, bere mezzo litro di acqua tiepida, precedentemente fatta bollire.
4. la colazione: passati circa 15 minuti dall’operazione precedente, consumare la colazione che sarà a base pane integrale con un velo di marmellata, o se preferite fette biscottate o cereali, sempre integrali, con poca marmellata. Non il latte, ma una tazza d’orzo deve essere la bevanda mattutina. Se è necessario aggiungere un po' più di miele.
5. a metà mattina: un frutto, come una mela, un arancio o due mandarini.
6. il pranzo: il primo sarà a base di riso integrale basmati, condito con un cucchiaio di olio extravergine d’oliva. Si può aggiungere del formaggio grattugiato. A seguire legumi e verdure cotte o crude, condite con olio extravergine.
7. a metà pomeriggio: mangiamo un altro frutto.
8. la cena: sarà come il nostro pranzo, ma al posto del riso si può scegliere della pastina piccola integrale cotta in un brodo vegetale. L’importante è il condimento, un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva.
9. prima di andare a letto: una tisana rilassante, come il biancospino.

8 capi indispensabili nel guardaroba


1. le petite robe noir: meglio se un tubino ma non necessariamente, il classico vestito nero è un vero passepartout da indossare abbinandolo a un paio di sandali e clutch per la sera, ad una stola per un’occasione speciale, ad un paio di ballerine per il giorno o per andare al lavoro. Poco importa se non abbiamo addosso un Hubert de Givenchy come Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, l’effetto bon ton sarà ugualmente garantito.
2. un jeans che stia bene: i jeans sono un capo molto versatile per ogni occasione e se possiamo contare su un modello che valorizza le nostre forme e con il quale ci sentiamo particolarmente a nostro agio perché non sfruttarlo nei più disparati outfit? Il jeans, sia in versione più ricercata che casual, è una vera manna dal cielo per risolvere il classico dubbio del “cosa mi metto oggi?”: abbinato a tacco alto, sneakers o ballerine è comunque sempre perfetto.
3. il trench: il trench beige, panna o color coloniale è un capo indiscutibilmente evergreen. Sottolinea il punto vita e rende chic anche un abbigliamento informale. Il cinema ha sicuramente contribuito al consolidamento di questo capo ultra glam: da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany fino alla temibile direttrice di Runway, Miranda Priestly, interpretata da Meryl Streep, il soprabito resta sempre un capo cult per qualsiasi donna.
4. la pashmina o maxi-foulard: una donna dovrebbe sempre uscire di casa con indosso una pashmina o un maxi-foulard di seta o di lino. (o almeno tenerlo in borsa). Non si tratta infatti di un semplice accessorio ma di un capo assolutamente indispensabile. Si può infatti utilizzare in tantissimi modi: semplice sciarpa, fascia per capelli, cintura, stola da indossare sopra ad un abito o un top scollato.
5. il borsalino o fedora: è un cappello di soffice feltro che è incavato nella sua lunghezza sotto la corona e pizzicottato nella parte anteriore da entrambe le parti. Prende il nome dall'omonima azienda italiana di abbigliamento. E’ un cappello che sta bene a tutte e ognuna di noi dovrebbe averne almeno 2: uno di feltro invernale e uno di paglia.
6. un paio di rayban: al di là di tutte le nuove tendenze e di tutti i modelli che vengono proposti ogni anno, i rayban restano sempre gli occhiali da sole per antonomasia. I modelli intramontabili sono i Wayfarer e il classico modello a goccia e non importa se vengono scovati in qualche baule dei nonni anzi, se il modello indossato è vintage è più è cool.
7. una maxi bag e una pochette: per la serie “diciamo no alle mezze misure” i due tipi di borse che non devono assolutamente mancare in un guardaroba sono una maxi bag e una pochette/clutch. La prima è assolutamente indispensabile soprattutto per il giorno: deve essere possibilmente di pelle morbida, da stropicciare e da portare con nonchalance, capiente, comoda e adatta per contenere tutto quel che ci serve. La seconda è ideale per la sera, quando ci possiamo anche permettere di lasciare tutto a casa e portare con noi soltanto un rossetto color ciliegia e le chiavi di casa.
8. la camicia taglio da uomo bianca: una camicia bianca da indossare essenziale e basic o alternativamente impreziosita da tanti accessori colorati è un capo eternamente attuale. E’ nello stesso tempo elegante e sportiva e sta bene veramente su tutto.