mercoledì 3 ottobre 2012

6 atteggiamenti psicologici che favoriscono la felicità


1. l'ottimismo: molte ricerche hanno dimostrato che le persone ottimiste vivono più a lungo, godono di una migliore salute e hanno dei matrimoni più felici rispetto ai pessimisti. Il pensiero positivo ha spesso confuso l'ottimismo con un atteggiamento psicologico di negazione dei problemi e delle difficoltà. L'ottimismo in realtà non è fingere che tutto vada bene, quando si sta attraversando un periodo difficile. E' una atteggiamento psicologico che nasce dalla consapevolezza di essere in grado di affrontare le difficoltà della vita. Mentre i pessimisti tendono a concentrarsi sui problemi, gli ottimisti cercano di concentrarsi sulle soluzioni.
2. saper apprezzare quello che si ha e quello che si è: l'invidia e l'autocommiserazione sono sentimenti che possono minacciare gravemente il nostro benessere psicologico. Queste emozioni nascono dalla dolorosa percezione delle proprie mancanze e fallimenti, e dalla spiacevole consapevolezza di aver ricevuto dalla vita meno di altre persone. Anche se in alcuni casi, questo può essere vero, la serenità psicologica si ottiene focalizzandosi su quello che di buono e di positivo c'è nella nostra esistenza. Per farlo è consigliabile tenere un diario su cui annotare i momenti di felicità, ogni giorno almeno cinque cose positive. Nel giro di qualche mese, l'umore migliora sensibilmente perché cambia, almeno in parte, il modo di pensare: ci si accorge che la vita è più ricca di opportunità di quanto non si pensi.
3. l'altruismo: un atteggiamento altruistico favorisce il benessere psicologico e l'autostima.
4. mettere passione e impegno in quello che si fa: al lavoro trascorriamo la maggior parte della nostra giornata, e se quest'ambito della nostra vita è insoddisfacente, la nostra soddisfazione personale ne risentirà notevolmente. Purtroppo la precarietà lavorativa e la crisi economica, obbligano molte persone ad accettare lavori mal pagati e poco interessanti, che non permettono loro di esplicitare le proprie potenzialità. Se cambiare lavoro non è possibile, bisogna cercare di mettere il nostro tocco personale in quello che si fa. Se si cerca di utilizzare le proprie potenzialità personali e di vedere il lavoro come un contributo per il bene comune, anche il lavoro più noioso può diventare meno gravoso.
5. sviluppare le proprie potenzialità: una vita facile, ma senza obiettivi e prospettive, conduce alla noia e alla depressione. L'essere umano ha bisogno di stimoli, di scoprire e utilizzare i propri talenti. Chi non si sfida mai, chi non si mette alla prova per paura di fallire, non può realizzare il suo potenziale. E una persona che vive un esistenza monotona e senza stimoli, difficilmente sarà felice.
6. sviluppare il pensiero divergente: cioè la capacità critica tipica dei giovani e che è innata nei bambini. Chiedersi spesso :"Ma è veramente così? E' questa l'unica strada? C'è un modo diverso?" aiuta a pensare in maniera non omologata alla regole e a trovare un'alternativa. Forse quella che può cambiare la vita.