1. Accettare la realtà quando non puoi cambiarla
Facciamo un esempio: a chiunque è capitato di essere in ritardo a un appuntamento e l’ascensore che stiamo aspettando non arriva. Siamo lì, impazienti, a lottare contro la situazione e magari ci troviamo a premere nervosamente più volte il pulsante, come se così facendo, potessimo fare arrivare l’ascensore più in fretta. Il risultato, mentre si aspetta, è una sensazione di sofferenza e irritazione. La realtà spesso non possiamo cambiarla, è vero, ma ciò non toglie che possiamo cambiare la nostra reazione e magari approfittando di quel minuto di troppo per aggiustarci il trucco! Ecco come imparare a reagire in modalità easy:
* non generalizzare: se ci accade qualcosa di spiacevole, non diciamo che durerà per sempre o che andrà male anche tutto il resto.
* cambiare postura: quando ci sorprendiamo in un atteggiamento di anti-accettazione rispetto alla realtà, cerchiamo di non reagire immediatamente con il nervosismo, ma concentriamoci sulla postura: abbassiamo le spalle, apriamo il torace, alziamo il mento, raddrizziamo la spina dorsale e respiriamo profondamente.
* le frasi mantra per allentare la tensione: tutte le volte in cui, durante la giornata, ci troviamo in modalità di non-accettazione, guardiamo la situazione con cui abbiamo a che fare (e che al momento non possiamo cambiare) e ripetiamo frasi come è quello che è”, oppure non mi piace questa situazione, ma ci posso convivere, passerà. Devo essere paziente con me stesso, mentre vivo questo momento. Sentiremo la tensione allentarsi magicamente
* la citazione sull'accettazione: impara ad accettare. Non vuol dire rassegnarsi, ma semplicemente non perdere energia dietro a situazioni che non puoi cambiare {Dalai Lama}
2. Amicizia
* l'esercizio per le amicizie sbagliate: scriviamo i nomi delle persone con le quali siamo in confidenza e diamo loro un voto di affidabilità, da 1 a 10. Qualcuna ha preso meno di 6? Allentiamo il rapporto: che bisogno abbiamo di raccontare tutto a tutti?
3. Amore
Il segreto per far durare la coppia? Nessuna formula magica, solo qualche dritta:
* desiderare le stesse cose: perché una relazione funzione, è fondamentale avere aspettative e progetti di vita compatibili, come ad esempio posarsi o avere dei figli.
* comunicare: il motivo per cui le relazioni finiscono è perché spesso non si fanno domande su ciò che desidera l'altro e non si ascoltano le risposte. E' importante, quando il nostro lui ci parla, prestare attenzione e giudicare con obiettività.
* giocare insieme: secondo gli psicologici, divertirsi insieme spezza la routine, crea complicità e sviluppa sentimenti positivi tra i partner. Bastano piccole cose: un travestimento alle feste, regalarsi piccole sorprese e persino darsi morsi leggeri. Secondo uno studio dell'università di Yale, "l'aggressività tenera" dimostra che l'amore è talmente intenso da non tenere a bada le emozioni.
* sapere cos'è l'amore: amare significa fare spazio a qualcuno nella propria vita e costruire insieme qualcosa di grande.
4. Ansia
* il fiore di Bach Aspen: 4 gocce in un bicchiere d'acqua, 3 volte al dì in caso di ansia generalizzata
5. Autostima
* concedersi di sbagliare: il perfezionismo è uno dei peggiori nemici dell'autostima. Come sbarazzarsi dell'idea di dover essere perfette? Allenando la nostra capacità di riprenderci da una défaillance. Se ci capita di dire o fare la cosa sbagliato, ricordiamo a noi stesse che siamo semplicemente degli esseri umani, e che la persona che abbiamo di fronte è un altro essere umano che può capire.
* sviluppare l'umorismo: L'equazione è semplicissima, basta che noi ridiamo perché gli altrici trovino divertenti. Impariamo quindi a ridere con chiunque e a cogliere il lato comico di quello che ci sta succedendo, e gli altri si sentiranno istantaneamente a proprio agio in nostra compagnia.
* la meditazione per sentirsi più belle: ogni giorno possiamo fare questo semplice esercizio, lontano da distrazioni e in perfetta solitudine. Al termine dell'esercizio saremo molto più serene, positive e forti:
--sediamoci comodamente su un tappeto, chiudiamo gli occhi e respiriamo con il diaframma concentrandoci sull'atto di inspirare e di espirare
--quando avremo svuotato la mente cerchiamo di visualizzare noi stesse come delle piccole creature piene di luce, con il viso e il corpo luminosi, al meglio della nostra bellezza. Se preferiamo possiamo visualizzare noi stesse come delle bambine
--immaginiamo di prendere questa piccola creatura e di cullarla dolcemente tenendola vicino al nostro cuore, accarezzandola e inviandole tutta la tenerezza di cui siamo capaci. Parliamole, diciamole che è bella, che è perfetta, che merita amore incondizionato e rispetto. Colmiamo d'amore quella immagine di noi stesse in miniatura, lasciamo che quel calore ci invada, irradiandosi dal centro del nostro petto fino alla punta dei pedi e dei capelli.
6. Brutti pensieri
* sostituire il ragionamento con l'immaginazione: quando i pensieri tristi si affollano nella nostra mente, sostituiamoli con delle immagini in cui ci sentiamo a nostro agio e felici (un altro posto, un'altra epoca, un'altra dimensione). Le immagini, agendo al di fuori del pensiero, irrompono nella coscienza e permettono all'inconscio di realizzare veri e propri prodigi terapeutici7. Cambiamenti di vita
Ogni grande cambiamento è accompagnato da una pagina bianca. Per abbracciare il cambiamento e abbandonare il passato può essere utile:
* cambiare il taglio di capelli: è un simbolo, che serve a mostrare a noi stessi e agli altri che qualcosa è già mutato; si cambiano i capelli insieme alla propria vita affinché ci si possa vedere nello specchio già cambiati
8. Cambiare schemi mentali
Cambiare le proprie abitudini, i propri schemi, la propria personalità è dura: il cuore dice sì, la testa pensa no. Il segreto di come modellare la mente risiede nella corteccia prefrontale, la parte che gioca un ruolo chiave nella personalità. E' l'ultima parte del cervello a formarsi e, secondo gli scienziati, se non viene stimolata in modo appropriato si può soffrire di problemi di identità. Se sentiamo che la nostra personalità ci va stretta, possiamo riprogrammare la nostra corteccia prefrontale cambiando non solo i nostri pensieri, ma anche le cose e le persone che ci circondano. Ad esempio siamo stanche di sentirci sempre timide e insicure? Creiamoci una nuova personalità: sforziamoci di alzare le mani a lezione, esprimere le nostre opinioni, immedesimiamoci in un drago o una tigre quando dobbiamo essere strong.
* tempo necessario per rimodellare gli schemi mentali: sempre secondo la scienza, ci possono volere fino a 4 mesi e mezzo, mentre bastano solo 21 tentativi per costruire una consuetudine, per cui ci si può arrivare nell'arco di 3 settimane o addirittura in un giorno solo, con il medico della "parola del giorno": se ne utilizziamo una nuova per 21 volte in 24 ore, l'avremo radicata nel nostro vocabolario in una sola giornata . Ma funziona allo stesso modo con uno schema di pensiero.
* bere acqua: se pratichiamo una nuova consuetudine mentre beviamo i nostri 8 bicchieri quotidiani , nell'arco di tre giorno avremo creato un'abitudine assolutamente inusuale.
* il metodo dell'elogio: è un metodo per superare una tendenza alla critica e consolidare la nostra autostima. Se non abbiamo voglia di aspettare 21 tentativi per operare questo cambiamento, in questo caso la soluzione consiste nel rivivere un'esperienza attraverso una visualizzazione. Ipotizziamo di poter interrompere il nostro schema mentale negativo con uno schiocco di dita e uno sfacciato: "Ragazza, sei divina!" Ripetendo mentalmente quest'azione non faremo altro che praticare un'abitudine positiva: il che comporterà la riprogrammazione dei pensieri.
9. Caos emotivo (clicca qui)
10. Dire ciò che si pensa {il diritto di critica}
Perché finiamo sempre col ringraziare il parrucchiere per i suoi tagli orrendi? Perché non riusciamo a dirne quattro ai camerieri che non rispettano le nostre ordinazioni? Perché non riusciamo a piantare grane a chi non ci rispetta? In situazioni del genere è fondamentale esercitare il nostro diritto di critica:
* superare la paura del conflitto: vi stupirà sapere che la maggior parte delle persone tende per natura a rifuggire il conflitto. In altre parole preferiamo evitare i confronti scegliendo la rassegnazione. Il lato buono è che risparmiamo agli altri dei momenti sgradevoli, ma questo comportamento ha degli svantaggi, a cominciare dal senso di infelicità che ci causa. In realtà, non bisogna sempre considerare le critiche una via verso il conflitto.
* non mi piace...perché mi sento...quindi vorrei: una strategia che funziona sempre è iniziare il discorso specificando quel che non ci piace o che vogliamo contestare (per esempio: «Quando non si dà valore al mio lavoro…»). Proseguiamo spiegando le emozioni che ci provoca («Non mi sento a mio agio in ufficio») e infine esponiamo quel che vorremmo («Mi piacerebbe che si tenesse più in considerazione quel che faccio e mi si affidassero maggiori responsabilità per tirare fuori il meglio di me»). Come sempre quando si parla di crescita personale, riuscire a essere assertive richiede tempo e impegno: quanto più esercitiamo il nostro diritto di dire quel che pensa, tanta più sicurezza guadagneremo nel tempo.
11. Disgusto
* fare conversazione: meglio se con degli sconosciuti, al super o in palestra, è un modo per rafforzare la parte più estroversa di sé11. Disgusto
Emozione che si prova in presenza di qualcosa che è nocivo per il nostro benessere psico-fisico. Quando il disgusto è forte si trasforma in disprezzo ed evidenzia l’ostilità nei confronti di qualcosa o qualcuno che manifesta valori opposti ai nostri.
* Sono fonte di disgusto: si prova disgusto davanti a qualcosa di inanimato, nella maggior parte dei casi il cibo ma possono essere anche odori, in generale di fronte a stimoli sensoriali
* Funzione: proteggere l’individuo dal rischio di entrare in contatto e ingerire sostanze potenzialmente dannose.
* Reazioni psicosomatiche: naso arricciato e bocca allargata, quando è particolarmente intenso può essere accompagnato da nausea e vomito
Gli introversi odiano stare al centro dell'attenzione e sono riservati, ma sono straordinariamente empatici, capaci di ascoltare, disponibili, presenti e affidabili. Qualità che purtroppo in gruppo non emergono: sul lavoro sono efficienti ma lasciano sempre parlare gli altri, alle feste restano incollate al divano e se si avvicina l'uomo dei loro sogni diventano invisibili. Il rischio: tendono a venire sottovalutati o a non essere proprio visti! Come trasformare questa caratteristica in un punto di forza?* fare sport prima di una riunione in ufficio o un'uscita con tante persone: correre, nuotare o in palestra allenta la tensione e fa aumentare le endorfine, così da avere l'energia necessaria per avanzare proposte, fare battute o parlare in pubblico con scioltezza
* un libro consigliato: Introversi è meglio, di Marco Bonora (Sperling &Kupfer, 18 euro)
15. Motivazione
Se non si ha interesse per ciò che si ta facendo, è necessario uno sforzo maggiore per mantenere l'attenzione. Per non trasformare un compito semplice in un lavoro infinito è utile:
* evitare distrazioni: spegniamo il cellulare, chiudiamo la porta e avvisiamo gli altri che non vogliamo essere disturbate.
* avere ben chiara l'importanza di ciò che si deve fare: prima di iniziare un'attività poco piacevole, è importante ripetersi per quali motivi è importante svolgerla. mettiamoli per iscritto e rileggiamoli spesso.
* prevedere una ricompensa: sapere che, al termine di un lavoro, riceviamo una piccola gratifica, ci motiva e ci aiuta a concentrarci. E la ricompensa, per quanto piccola, regala una piacevole sensazione di appagamento.
* organizzarsi sin dal mattino: ogni mattina facciamo una lista delle cose che dobbiamo fare, delle priorità e dei tempi da rispettare.
* l'olio essenziale di pompelmo: ha un ruolo positivo nella motivazione e a risollevare l'umore: possiamo usarlo applicandone 3 gocce su un fazzoletto, così da inalarlo al bisogno
* la citazione sulla motivazione: non augurarti che sia più facile, augurati di essere più forte {Jim Rohn}
16. Nervosismo
* l'olio essenziale di lavanda: calma la tensione nervosa; possiamo usarlo applicandone 3 gocce su un fazzoletto, così da inalarlo al bisogno
17. Organizzazione
* stilare una lista al mattino: ogni mattina facciamo una lista delle cose che dobbiamo fare, delle priorità e dei tempi da rispettare; sembra banale, ma è un consiglio davvero utile.
* cosa mi piace?: facciamo un elenco delle attività che ci danno piacere, soddisfazione e che ci fanno sentire bene. Domandiamoci se il tempo che dedichiamo a esse è sufficiente o se ci lasciamo travolgere dai troppi doveri.
18. Paura
* E' un’emozione che ci avvisa dei possibili pericoli e che ci aiuta ad anticipare e a proteggerci da una minaccia.
* Sono fonte di paura: pericoli fisici (precipizi, rumori improvvisi come di tuono o terremoto, o movimenti bruschi di predatori, esami (paura di prendere un brutto voto), relazioni sociali (paura di perdere l'affetto), la nostra salute (paura di ammalarsi).
* Cosa si prova: irritazione e impotenza, per situazioni che non ci piacciono o per persone che non sono come vorremmo, e che verranno percepite nemici e ostacoli alla nostra.
* Reazioni psicosomatiche: a livello fisico, la paura si esprime in diversi modi: battito cardiaco veloce e intenso (palpitazioni), vampate di calore o brividi, tremori, al di stomaco, tensione corporea, sudorazione, senso di pressione al petto, diarrea, alterazioni nell’appetito e insonnia, etc
* Bisogno nascosto: sicurezza e protezione. Anche se spesso si tende a prendere in giro chi ha paura, in realtà questa emozione ha una funzione positiva perché segnala uno stato di emergenza o di allarme e prepara la mente e il corpo a comportamenti di attacco o di fuga;
* Comportamento utile: confidiamoci con qualcuno di cui ci fidiamo, per accogliere l'emozione, analizzarne l'origine e trovare strategie per reagire in modo funzionale. Attraverso questa emozione, infatti, la mente contribuisce a risolvere un problema legato al futuro: preoccupandoci di qualcosa che non sia sicuro accada in futuro, in nostro cervello crea una simulazione virtuale dell'evento, che ci consente di pensare ai modi in cui affrontarlo, se o quando accadrà. Inoltre per poter gestire la paura, la cosa migliore è cercare di affrontarla e non evitarla. Ad esempio, se dovete fare una presentazione in pubblico, potete provare a gestire la paura con le tecniche di respirazione e rilassamento.
19. PreoccupazioniAbbiamo un problema e il cervello "rumina" sempre sulle stesse cose? Ecco come disperdere le preoccupazioni:
* massaggiare dolcemente la pancia: secondo la medicina cinese , è qui che passano tutti i meridiani. E recenti ricerche dicono che cervello e intestino hanno molti ormoni in comune. Per rendere la frizione più efficace, usiamo oli essenziali antistress: una goccia di neroli e una di mandarino, diluite in un cucchiaio di olio di mandorle dolci o di crema neutra
* l'olio essenziale di salvia sclarea: ottimo tonico e antidepressivo, teniamone sempre una boccettina a portata di mano come pronti soccorso emotivo; versiamone qualche goccia all'interno del polso , poi frizioniamo i polsi tra loro, uniamo le mani a coppa e respiriamo a fondo
* meditare positivo per 10 minuti: chiudiamo gli occhi, congiungiamo i pollici a formare un anello (riunisce le energie yin e yang dell'organismo) e respiriamo con la pancia. Poi, ripetiamo questo mantra: " mi libero del vecchio e accolgo con gioia il nuovo". Quindi, lasciamo che affiori un sorriso
* il braccialetto anti-brutti pensieri: mettiamo un braccialetto elastico al polso e quando sentiamo arrivare un pensiero negativo, diamoci un colpo al polso con il braccialetto e il piccolo dolore ti aiuterà a focalizzarti su qualcos'altro
20. Prendere decisioni
Fare una scelta non è facile per nessuno. Decidere fa paura, perché è un'assunzione di responsabilità. E se da un lato non rinunceremmo mai alla libertà di scelta, al tempo stesso vorremmo evitarne il peso (perché ci espongono al rischio di sbagliare, di far del male a qualcuno o di diventare impopolari). Ecco perché l'indecisione ci crea disagio. Ma con questi tips sarà facile decidere:
* non avere fretta: quando siamo a un bivio e continuiamo a chiederci quale direzione prendere, ma non riusciamo a vedere lucidamente la realtà, significa che dobbiamo liberare la nostra mente dai pensieri. Non serve chiedere consiglio agli altri, perché se smettiamo di pensare per un po' al nostro problema, se ci calmiamo e non pretendiamo di arrivare a una soluzione subito, la risposta ai nostri dubbi arriverà in fretta e capiremo con facilità che cos'è meglio per noi.
* valutare i pro e i contro: ogni scelta ha vantaggi e svantaggi e siamo noi a dover capire quali aspetti positivi ci stanno più a cuore. Per aiutarci, dividiamo a metà un foglio di carta, ottenendo così due colonne nelle quali elencare i pro e i contro di ogni scelta.
* scrivere per liberarci dai timori infondati: se tendiamo a procrastinare una scelta, perché siamo terrorizzate dall'idea di non poter più tornare indietro, significa che siamo in preda all'angoscia, un'emozione che ci impedisce di capire quello che vogliamo veramente. In questi casi, proviamo a scrivere tutto ciò che ci turba: facciamo un elenco dettagliato e rileggiamolo più volte. Attraverso la scrittura riusciamo a capire se le nostre paure sono davvero reali.
21. Rabbia
E' l'emozione di quando ci sentiamo vittima di un sopruso e/o una mancanza di rispetto; sentiamo che la nostra autostima, diritti dignità e/o ciò a cui teniamo di più sono stati intaccati, offesi, sminuiti. Nasce da un evento percepito come ostacolo intenzionale, da parte di qualcuno, alla realizzazione di un bisogno o a proteggersi da una intrusione.
* Sono fonte di rabbia: stress quotidiani (come il traffico, a mancanza di parcheggio, il non rispetto di file alle poste/in banca/al supermercato), situazioni più personali (il ritardo di un amico ad un appuntamento, il non aver ricevuto un piacere).
* Cosa si prova: irritazione e impotenza, per situazioni che non ci piacciono o per persone che non sono come vorremmo, e che verranno percepite nemici e ostacoli alla nostra felicità.
* Reazioni psicosomatiche: sopracciglia violentemente aggrottate, irrigidimento muscolare, il tono della voce cambia diventando più intenso e minaccioso, tensione muscolare, forte sensazione di stress, cefalea, gastrite, bruciori di stomaco.
* Bisogno nascosto: di essere rispettate.
* Funzione: positiva, perché permette all’individuo di mettere in atto dei cambiamenti e rimuovere il senso di frustrazione
* Comportamento utile: l'arma migliore, per sfogare la tensione e placare il proprio animo, è la parola. Attraverso il dialogo interno chiariamo in primis il perché e chi ha suscitato la nostra collera. Successivamente, esprimiamo le nostre opinioni e e lasciamo fluire l'emozione fino a scemare. Infine, segnaliamo a chi ci ha offeso che non siamo disposti ad accettare ulteriori soprusi.
* tornare bambini: cosa fanno i bambini quando provano rabbia, delusione, disperazione? Corrono in camera loro, esprimono le emozioni con il pianto e le grida, ma poi - quando la tempesta finisce - tornano a giocare per cercare di distrarsi. Dovremmo tutti imparare dai bambini, perché il loro è il modo giusto di passare oltre i problemi e di curare le ferite* 20 minuti di rilassamento e meditazione: per far passare la collera e ritrovare l'equilibrio perso
22. Senso di colpa
Emozione che si prova a seguito della trasgressione di regole sociali o morali. Scatta quando abbiamo agito (o crediamo di averlo fatto) in maniera scorretta e ingiusta. Il senso di colpa è una sanzione morale auto-inflitta che segnala che si è commessa una azione che ha provocato dolore o danno per altre persone, che si è trasgredito ad un imperativo morale e sprona a non ripetere azioni simili.
* Reazioni psicosomatiche: tensione, rimorso, dispiacere, rimpianto.
* Comportamento utile: confessare, scusarsi o riparare. Quando la colpa non è elaborata o è esagerata ed è troppo duratura può trasformarsi in rimorso. Il rimpianto è un rammarico per desideri rimasti inappagati, per esperienze non vissute, per scelte considerate sbagliate.
* il metodo "notsorry" (ovvero "mi dispiace ma non sono dispiaciuta"): se ad esempio non abbiamo voglia di andare all'annuale festa aziendale per guardare la nostra serie tv, semplicemente facciamolo! Non saremo di certo licenziate per questo.
23. Sicurezza interiore
* non aver paura di fallire: in ciascuno di noi c'è una parte che cercherà sempre di evitare i rischi, per paura di un eventuale fallimento. Non diamo retta a quella voce molesta, che mette in dubbio il nostro valore (e che ci consiglia di aspettare di essere sicure per fare qualcosa) e agiamo in base a quali sono i nostri sogni per la nostra vita e la nostra carriera.
* ricordare che siamo delle guerriere: quello che può darci sicurezza di fronte alle situazioni nuove è ricordare che in un certo senso ci siamo già passate con esperienze simili. E ricordare le difficoltà di quelle situazioni e come le abbiamo superate ci sarà di grande aiuto per affrontare la situazione attuale.
* curare l'aspetto esteriore: i vestiti, i capelli e il make-up sono come un'armatura che può aiutarci a sentirci più sicure. Perciò meglio non improvvisare: ragioniamo con anticipo su quello che indosseremo, in base all'ora del giorno e all'occasione, immaginando un outfit che ci faccia sentire la versione migliore di noi stesse, con il quale possiamo muoverci a nostro agio e sentirci bene. Ma sperimentiamo anche nuove mise, ma solo in occasioni a basso rischio, quando siamo con amici che ci amano e ci apprezzano.
24. Stress (clicca qui)
25. Timidezza
* si è timidi quando non ci si è espone per paura del giudizio degli altri.
26. Traumi del passato
Come si fa a dimenticare un tradimento, un lutto, un trauma? Ecco come fare pace con i brutti ricordi
* non rimuginarci sopra: lo psichiatra Raffaele Morelli, nel suo libro Nessuna ferita è per sempre, invita ad accantonare il ricordo dolorosi. Se continuamente analizzati e studiati, infatti, i vecchi traumi sono delle vere e proprie ferite emotive che continuano a farci male. Ma nessuna sofferenza dura in eterno, se diventiamo consapevoli che noi non siamo il passato, ma siamo le cose ce accadono dentro di noi adesso
* tornare bambini: cosa fanno i bambini quando provano rabbia, delusione, disperazione? Corrono in camera loro, esprimono le emozioni con il pianto e le grida, ma poi - quando la tempesta finisce -tornano a giocare per cercare di distrarsi. Dovremmo tutti imparare dai bambini, perché il loro è il modo giusto di passare oltre i problemi e di curare le feritemi del passato.
27. Tristezza
Il buon vecchio Lincoln diceva: "La gente è felice quando si mette in testa di esserlo". Dunque persone felici si diventa, non si nasce. Ma è davvero così facile? Sì, ma con qualche consiglio:
* che cos'è: è un'emozione che si prova di fronte a una perdita, materiale o simbolica: si riferisce a qualcosa o qualcuno a cui tenevamo molto e che ora abbiamo perso. Rappresenta tendenzialmente un ancoraggio psicologico al passato. La nostalgia, ad esempio, è un dolore (dal greco nostros ritorno e algos dolore) per qualcosa che appartiene a tempi e luoghi del passato.
* Sono fonte di tristezza: un lutto, un abbandono, un'amicizia finita, un cambio di città (perdita delle proprie origini, ecc), un progetto che non ha funzionato, un problema di salute (perdita di alcune sicurezze), un brutto voto (desiderio infranto) e in tutte quelle circostanze in cui l’individuo si sente escluso, incapace di comunicare o trascurato.
* Cosa si prova: amarezza (irritati, lunatici, stanchi, rassegnati), desiderio di piangere, disarmonia con la vita (come se non valesse di essere vissuta), difficoltà a reagire a sollecitazioni esterne.
* Reazioni psicosomatiche: dolori alla testa e al corpo, problemi col sonno (dormire sempre o non riuscire a dormire), mancanza di energie.
* Bisogno nascosto: di venire accolti, per riuscire ad accettare la perdita (es. l'abbraccio della mamma).
* Comportamento utile: chiedere e accettare sostegno per accettare la perdita. In alternativa, mettere per iscritto i motivi di tristezza e stimolare la nostra mente a ricercare soluzioni creative.
* non generalizzare: se ti accade qualcosa di spiacevole, non dirti che durerà per sempre o che andrà male anche tutto il resto.* sorridere sempre: uno studio del 2012 condotto dall'Università del Kansas dimostra che il semplice fatto di sorridere dopo un episodio stressante e aumenta il livello di endorfina nel sangue. E' uno strumento molto utile e ci rende anche più belle (il che non guasta)! Proviamolo la prossima volta che ci succede qualcosa di brutto: sorridiamo e andrà tutto per il verso giusto.
* fingere di essere felici: gli alcolisti anonimi dicono ai nuovi membri: "Fingi finché non lo diventi". In altre parole, recita di essere la persona che vuoi diventare e molto presto ti accorgerai che è il modo giusto di comportarti. E' un bel motto che ci può aiutare a mettere da parte ogni questione negativa.
* coltivare le amicizie: è facile prendere il telefono e dire "Ti penso" a qualcuno: possiamo invitarlo/a a pranzo o per un caffè, e staccare dai nostri problemi per qualche ora. Rimettersi in contatto con qualcuno fa bene all'anima
* andare a correre al parco: meglio ancora con qualcuno che non vediamo da un po' di tempo. Non solo faremo attività fisica, ma coltiveremo anche un'amicizia che ci farà stare meglio!
* assumere vitamina D: specialmente nel buio dell'inverno, è cruciale per la salute del corpo e della mente. Studi dimostrano che livelli bassi di vitamina D possono causare depressione
* assumere omega-3: succede spesso di sentirsi un po' giù di tono e con l'umore a terra. Ma lo sapevate che un aiuto al sorriso può arrivare anche dalla tavola? O meglio, dal pesce. Quest'ultimo, infatti, è ricco di acidi grassi omega-3, che vanno ad agire positivamente sulla serotonina, un neuro trasmettitore in grado di regolare il tono dell'umore. Una motivazione in più per consumarlo regolarmente! Negli adolescenti e negli anziani, infatti, il consumo frequente si è dimostrato efficace nell'attenuare la depressione conclamata. Ma la cosa non finisce qui: l'effetto protettivo del pesce è stato studiato inoltre nelle donne in gravidanza. In particolare una ricerca presentata durante l'Experiment Biology Meeting di Washington ha dimostrato che l'assunzione di olio di pesce, ricco di acidi grassi omega-3, durante la gestazione, riduce la cosiddetta depressione post partum.
* benvenuta, tristezza!: in genere facciamo di tutto per sfuggire a questa emozione. Eppure è utile e significativa perché stimola nella nostra mente la ricerca di soluzioni creative. Diamo spazio a questa emozione dentro di noi, elencando per iscritto i motivi della tristezza degli ultimi 12 mesi.